Dannazione mortale

Pubblicato: 13 febbraio 2012 in Persone
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Se muore un/una cantante di 27 anni è il “27” che è dannato (Club 27). Se poi il suo nome inizia con la lettera J alè, la maledizione della “J”. Se poi sei un/una J ed hai 27 anni è bingo (J27). Visto che la Houston non aveva né uno né l’altro ecco la maledizione delle “voci black”, del “blues”, della “black music”. Questa mania di rendere tutto così fottutamente “drammatico” per fare maggior scalpore. La morte non è già brutta di per sé? Viviamo in una gigantesca TV con sfondo fatto di giornali che cambiano ogni 3 minuti e mezzo -con titoli catastrofici- e nell’etere radio notiziari con la voce di Lucarelli.

Quanto ci vuole a dare una notizia sobria, rispettosa, delicata e dedicata (senza citare i 36 morti in precedenza, ogni volta)?

E’ morta Whitney Houston, una delle voci più belle e conosciute del panorama musicale mondiale. Aveva 48 anni.

E ci metti un bel video sotto, per la sua memoria.

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Oppure una foto, se parliamo di giornali…

Sarebbe anche carino aspettare almeno che la persona sia stata sepolta prima di uscire con articoli che riguardano la causa della morte fin nei minimi particolari (quante pastiglie ingerite, quanto alcool bevuto, quanta droga assunta) dandoci nemmeno il tempo di ricordarla com’era ma bensì facendocela immaginare senza vita in una vasca da bagno con una bottiglia rotta di vodka in terra e una boccetta di pasticche vuote sul bordo della vasca.

Non eri sicuramente tra le mie preferite e non ti seguivo più di tanto, ma credo tu abbia regalato almeno una emozione ad ognuno di noi. La tua voce è un bel ricordo per me.

RIP, Whithney

Eureka!

Pubblicato: 10 febbraio 2012 in Società
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Succedeva spesso che ti scappava il tappo del dentifricio dalle mani e cadeva nel lavandino. Ed ecco che scattava una sorta di “schiaccia la mosca”: con le mani cercavi di bloccare il tappo che sembrava una pallina di un flipper, ma alla fine… ZOMPPPP! Tappo nel buco. Ma invece di inseguire il tappo, mettere subito la mano sopra il buco dello scarico no eh? Semplice, sicuro e di certa riuscita. Ecco perché oggi tutti i nuovi lavandini hanno quel marchingegno che manco fa scendere l’acqua, per i tappi del dentifricio! Il progresso avanza. Un po’ come la crisi. E c’è sempre qualcuno che ha un’idea brillante e riesce a far soldi con un nonnulla, e tu che sei lì a pensarci tutto il giorno, niente. E questo, bello bello, se ne esce in TV e dice: “Mi sono svegliato una mattina ed ho avuto un’illuminazione”. Ed è da allora che dormo con le tende aperte e la luce accesa, ma niente illuminazione a casa mia. C’avrò mica troppi pochi chilowatt? E questo che ti ha inventato? Il tappo del dentifricio che si apre a scatto e non lo devi togliere tutto. Alè, ci ha tolto l’unico rischio che creava adrenalina in bagno la mattina. Quella cosa del tappo ci dava una scossa. Un po’ come quando sogni di cadere e fai un salto nel letto come un tarantolato. Il tappo a scatto. Dannato te. Dannato perché non c’ho pensato prima io, mica per altro in realtà. E quello che ha inventato i parcometri? Quanti soldi si fa ogni giorno? Perché l’avrà depositato il brevetto immagino. Però, se io non ho spicci che faccio? E se inventassi il parcometro che prende la carta di credito? O gli assegni? Che poi, diciamocela tutta, Archimede Pitagorico era fuori di testa, scombinato, smemorato, inconcludente. Chi era il vero genio? EDI, il suo aiutante. La lampadina con le gambe. Ecco, forse se mi attacco una lampadina sulla spalla magari… Ma se poi trovo l’idea vincente, a cosa ambisco per il resto della vita? Quando sei in gara il traguardo è quello che ti fa correre forte, che ti motiva a superare tutti per tagliarlo prima degli altri. Ed una volta che sei arrivato al FINISH smetti di correre, non ha più senso. Te lo immagini un atleta che continua a correre mentre tutti sono lì che prendono fiato? Farebbe la figura del fesso. Servono altre gare, servono altre idee, per rimanere vivi. E allora faccio così, penso a cosa inventare, ma un momento prima di trovare l’idea vincente mi fermo, mi distraggo apposta. Una specie di “idea interruptas”. Penso alla crisi, al governo, al noncelafaremomai, a Porta a Porta, agli ospedali  che non hanno posti né a sedere né a sdraiare, al freddo che fa, alla differenziata, ad Emilio Fede, al cane, al gatto, al topo, all’elefante, non manca più nessuno, solo non si vedono… idee.

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© (io ce lo metto il copirait, ma tanto qui si arrubbano tutto)

Un ITALIANO qualunque

Pubblicato: 11 novembre 2011 in Politica, Società
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Quando cerchi lavoro invii un curriculum e se sei fortunato ti chiamano per un colloquio. Durante il colloquio ti vengono fatte domande per capire intanto che tipo di persona sei e poi il tuo grado di preparazione. Di solito ti congedano con un “Le faremo sapere“. Non esiste una ditta dove le assunzioni vengano fatte con votazione degli altri lavoratori, perché quindi dobbiamo ASSUMERE dei politici lasciando agire il solito, vetusto, sistema del voto di scambio o di cortesia? Abbiamo già constatato – grazie a servizi in TV – che alcuni elettori manco ricordano il nome della persona che hanno votato, ma sanno che è la moglie di Tizio o Cazio che ha dato loro una mano per una faccenda personale.

Ecco, io sono disposto a star seduto un mese ad un tavolo per valutare i curricula dei futuri politici che vorrebbero portare avanti l’Italia dopo la – imminente forse – caduta di questo Governo.

Sono stufo di personaggi da “La sai l’ultima” o “Scherzi a parte”. Sono stufo di essere umiliato prima come persona, poi come cittadino italiano ed infine come contribuente. Non voglio più sentirmi insoddisfatto nel mio Paese tanto da aver voglia di andar via. Sono stanco di politicanti che fanno 3 lavori diversi e marcano assenze in Parlamento fregandosene di come sta andando l’Italia. Non voglio più sentir parlare di vitalizi cospicui riscossi da qualcuno che ha lavorato 1/100 rispetto ad un qualsiasi altro cittadino italiano. Non voglio più vedere politici che offendono la dignità di un qualsiasi elettore o di un qualsiasi lavoratore. Basta con la politica del vaffa e del dito medio: rispetto per la Nazione e per il Tricolore. Basta con il menefreghismo verso le persone malate o diversamente abili: hanno il sacrosanto DIRITTO di essere considerate e soprattutto aiutate.

Ecco, io sono disposto a rimetterci un mese del mio lavoro, anche due se necessario, pur di guardare negli occhi un qualsiasi candidato e potermi sincerare del suo grado di preparazione – oltre la fedina penale immacolata – prima di mettergli in mano il mio Paese. E potrei anche concludere il colloquio con una frase che molti di loro non hanno mai sentito dirsi:”Le faremo sapere”. Una bella assunzione poi a tempo determinato, con scadenza annuale. Sentirsi precari magari rende più operative certe persone, chissà.

Ho una voglia in questo momento: vorrei potermi riappropriare di alcune parole che sono state dissacrate dai soliti. Vorrei poter dire e gridare FORZA ITALIA senza essere guardato in cagnesco. Vorrei poter pronunciare parole come Libertà, Valori, Democrazia, Futuro, senza citare, involontariamente, un qualsivoglia partito. Vietiamo l’uso di alcune parole – soprattutto ITALIA – come parte dei nomi di partiti.

Non voglio fare né demagogia né populismo, vorrei solo che si prendesse coscienza che ogni X che affiggiamo sopra uno di quei fogli colorati e odoranti di inchiostro, dentro quelle urne scialbe di metallo, ha una valenza enorme, ma non solo in quel momento, anzi, soprattutto da lì in avanti.

Meditiamo gente, meditiamo.  

Un ITALIANO qualunque

 

Odi et amo

Pubblicato: 6 novembre 2011 in Società
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Fino a qualche giorno fa, quando cadeva la pioggia, la stavo ad ascoltare, come si ascolta uno dei propri album preferiti. Di quelli che mai ti stufi di “metter su” (si diceva una volta per i vinili). Oggi è differente la sensazione. Stanotte sarà differente. Ieri, Genova in ginocchio – dopo la provincia di La Spezia – ed ha dovuto contare morti e feriti. Dopo 41 anni è stata ancora colpita duramente dalle piogge che hanno causato inondazioni ed esondazioni mortali. 41 anni fa non c’era internet, non c’era YouTube e nemmeno i social che ci hanno reso, ad oggi, testimoni – istantanei – del disastro. Oltre alla partecipazione al dolore di una città ferita è nata un’ansia accompagnata alla preoccupazione di poter vivere lo stesso dramma. Sarà colpa anche di queste due parole “Allerta 2” – che ci hanno accompagnato da ieri l’altro – che oggi mi hanno fatto vedere la pioggia con altri occhi e sentirla con altre orecchie. In un giorno qualsiasi mi sarei soffermato sulle gocce che picchettano le foglie del nespolo qui fuori con un piacere pari all’ascolto di un assolo di un buon batterista, ma oggi è stato, ed è tuttora, diverso. Piove. Piove poco. Menomale. Ora aumenta. Diluvia. Speriamo smetta. Ha smesso. Ha ricominciato. E via così tutto il giorno e anche ora che è notte.
E pensare che ritenevo la pioggia fosse mandata per far abbracciare più forte gli amanti, per far da colonna sonora a baci e carezze, ad aiutare il contadino sulla sua terra, a ripulire ciò che nessuno pulisce mai. Riacquisterò fiducia in lei tra qualche giorno, sarà sicuramente così, ma stanotte conterò le gocce come battiti di un cuore, sperando non vada in tachicardia.

Un abbraccio arcuato, da levante a ponente.

Super Sic

Pubblicato: 23 ottobre 2011 in Persone
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Ci sono giorni che rimangono nella memoria come cicatrici di bruciature sulla pelle.

Domenica. Mattino presto. TV accesa per la MotoGP. Gran premio della Malesia. Si corre a Sepang. E’ tanto presto che sono in stato di dormiveglia, più dormi che veglia. Ascolto più che vedere. Poi mi addormento ma con sonno leggero, tanto da sentire ad un certo punto la cronaca di un incidente. Apro gli occhi e vedo il replay di una caduta. Una curva. Una moto che inizia a scivolare verso l’esterno ma che riprende subito aderenza e ritorna così verso l’interno curva. E’ sulla traiettoria di altre 2 moto che la seguono. Impatto violento, un casco che vola via e rotola fuori pista e un corpo che rimane inerme sull’asfalto del circuito. E’ Marco Simoncelli. E’ il Sic. Gara sospesa e poi le notizie: si parla di arresto cardiorespiratorio. I cronisti hanno difficoltà  nel proseguire, anche perché le immagini mostrano scene di poca speranza. Il papà di Marco che scuote la testa, persone che si abbracciano e piangono, la ragazza del Sic appoggiata ad un muro con il viso verso la parete, forse in preghiera, forse spergiurando il peggio. Ma la notizia, quella che non avremmo mai voluto sentire, arriva.

Ora locale, 16:56: Marco Simoncelli non ce l’ha fatta, ci ha lasciato. 

Sembra veramente surreale questo scenario. Mi sono concentrato per capire se magari stessi ancora dormendo ma ero sveglio. Era tutto vero.

Quel suo sorriso, la sua ironia, i suoi capelli improbabili, il suo cerotto su quel naso enorme, la sua statura, le sue spallate in pista, le sue polemiche anche, le sue risposte a “Dimmi di Sic”, il suo essere semplice ed umile… tutto questo non c’è più. Aveva solo 24 anni e la sua tenacia, forse, l’ha condannato a questa fine. La moto ha perso aderenza ma lui non l’ha mollata, è rimasto in sella cercando di salvare quello che per lui in quel momento era il salvabile:rimanere in pista. Con i se e con i ma non si torna indietro, ma se la moto avesse continuato a scivolare verso l’esterno, se le gomme non avessero ripreso aderenza, se lui non l’avesse tenuta per non farla cadere, forse avremmo sentito, dai box, la sua delusione per una caduta a soli 2 giri dalla partenza.

Ogni giorno muoiono ragazzi giovani, sul lavoro. Qualsiasi tipo di lavoro. E quando succedono cose del genere c’è sempre qualcuno che dice:”Quei ragazzi però non li nomina nessuno, nessuno si ricorda di loro”. Lo sappiamo e il dolore per la perdita di ognuno di loro dovrebbe coinvolgere tutto il Paese, ma quando un ragazzo come Simoncelli, che vedi e ascolti da anni in TV, che vedi correre, vincere e anche perdere, che ti fa sorridere, ti fa saltare sulla sedia per un sorpasso fantastico, che ti fa rimanere con il fiato sospeso per un incidente, beh, quando uno come lui ci lascia è come se se ne andasse un nostro amico ed è per questo che proviamo molto più dolore di quando sentiamo al TG il nome di Mario, di Claudio, di Giorgio, morti giovani sul lavoro.

Ciao Sic, ci hai fatto sognare tante volte, ci hai reso fieri di essere italiani ed eri il simbolo della caparbietà e della perseveranza, oltre che simbolo di umiltà e semplicità. Ci mancherai, e non poco, Super Sic.

La foto che trovate ora accedendo al suo sito ufficiale, http://www.MarcoSimoncelli.it

Questa volta ce la faccio. E’ la volta buona. Stacco il cordone ombelicale e vado a vivere lontano da Spider T.

E’ notte, faccio zapping su internet e butto un occhio a Facebook. Sto per chiudere tutto quando mi viene in mente Spider T. Penso:”E’ domenica, figurati se ha pubblicato qualcosa”. Ecco, mi ha fregato. Un link bello nuovo, pubblicato 2 volte sulla sua pagina facebook  perché, probabilmente, con 371.939 “fan” 135 commenti sono un po’ pochi. Ripubblicato ed altri 198 commenti. Anche per oggi la pagnotta sembra garantita.
Vado a vedere cosa dice il nuovo link dal titolo: “Al via la “caccia” al deputato più corrotto del Parlamento” pensando di trovare un bel giochino messo in piedi da Spider T per farci divertire ad agosto, anche se in realtà il giochino per l’estate l’avevo già laciato io qui, il 1° agosto (l’avevo scritto che il © non serviva a nulla!). Leggo l’articolo e ad ogni riga “fin qui nulla di nuovo”. Entriamo nel vivo dell’articolo, nella sua 2a parte:

Sto cercando in questi giorni di mettere in piedi una sorta di database del parlamento corrotto: non si tratta semplicemente del solito elenco degli oltre cento inquisiti che siedono sui banchi del parlamento oppure la classica aritmetica classifica sulla “produttività” dei parlamentari.
Qui parliamo di quantificare la produttività “oscura” di ciascun deputato:
– tangenti e corruzione (10 punti)
– rapporti con la criminalità organizzata (10 punti)
– assunzioni clientelari (5 punti)
– voto di scambio (5 punti)
Si tratta di un sistema ponderato di calcolo ancora in via di definizione.
Su questo accetto volentieri aiuti, suggerimenti e consigli.
Inoltre, se qualcuno ha info e materiale interessante riguardante ogni singolo deputato o gruppo parlamentare può mandarli via mail a rotellinarotta[at]libero.it. Spero entro i primi di settembre di finire il lavoro di sistematizzazione e raccolta dati.

Non ho molto da aggiungere, il tutto si commenta da sé. Volevo invece presentarmi, visto che ancora non mi conoscete: sono il miglior cuoco del mondo. Settimana prossima inizio a lavorare in uno dei posti più chic della capitale. Se qualcuno ha delle ricette da darmi o mi sa dare consigli sulla cottura della pasta, sulla preparazione di una milanese o come fare un ragù mi contatti a rotellinarottamata@siamodelgatto.miao . Per chi non cogliesse la metafora gliela spiego a settembre, con l’uscita del database “Coppa ladroni” by Spider T.

Con questo direi che posso considerare chiuso il rapporto che mi lega a Spider T. Se riesco a disintossicarmi credo non leggerete più nulla relativo a lui o ai suoi articoli… ce la posso fare. Potrei tornare solo se rivelasse cose sensazionali, inedite ovviamente.

Quindi direi – per ora e spero per sempre – che posso scrivere…

T H E – E N D

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©IMP

L. n. 62 del 7.03.2001. Questo non è un blog giornalistico. Non è un periodico. Non è una sala giochi. Non è nulla in realtà. Siete entrati nel mio pensiero.

Le anomalie e i difetti sono sintomo di genuinità del prodotto… e della stanchezza dell’autore. 

Comincio un po’ a scocciarmi nel seguire Spider T passo passo. Ce l’ho con me stesso. Mi ero ripromesso di smettere per tornare ad avere un blog variopinto, non monotòno (spero non monòtono anche). Ed invece, nuovamente Spider T.

Ecco uno dei suoi ultimi articoli:

Senza tante menate: sono andato a cercare il “conto consuntivo della Camera … 2010”, ecco il link:

http://bilancio2011.camera.it/5

Ed ecco i valori REALI dei capitolati (o capitoli di spesa che dir si voglia) che ha citato il nostro amico Spider:

N.B.
Si parla di software APPLICATIVO. Fino a prova contraria WINDOWS (citato in molti commenti sul blog di Spider T) è un SISTEMA OPERATIVO. La spesa che vedete potrebbe comprendere una locazione operativa di hardware e software: la P.A. molte volte opta per una locazione operativa (o finanziaria) per poter scaricare al 100% il costo dell’hardware e del software senza passare da spese straordinarie (impegno di spesa, determinazione, ecc ecc) ma da spese ordinarie (come l’affitto di un locale). In pratica è la stessa differenza che intercorre tra comprare una macchina o prenderla con un leasing o addirittura noleggiarla. Non pensiamo comunque al singolo PC  legato al singolo deputato, ci sono terminali e software per svariati compiti alla Camera. Considerate poi che un classico contratto d’assistenza software per una piccola impresa (meno di 20 dipendenti) può costare anche 5/6000 euro l’anno. Un antivirus su scala industriale ha una licenza corporate ma ha pur sempre un costo dipendente dalle postazioni.
Tornando al conto: come vedete siamo lontani dai 19.064.337 (diciannovemilionisessantaquattromilatrecentotrentasette come ha scritto Spider T per evidenziare bene il totale) euro, soprattutto se facciamo riferimento solo al costo del software. Meno della metà.

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Anche qui siamo ben distanti dai 4.260.306 euro dichiarati dal cavaliere s-mascherato.

Non voglio affermare che tutti questi soldi siano giustificabili: bisognerebbe conoscere bene quali tipi di software sono utilizzati. A mio avviso non sono applicativi esclusivamente Microsoft. Anche se fosse, quale sarebbe il regalo che Microsoft manda ad ogni deputato a Natale? Non lo hai scritto caro Spider! Un panettone con bottiglia? Scandalo!!!

Aggiungo poi che citare un articolo del 2006 all’interno di un blog dove si dovrebbero pubblicare rivelazioni inedite, beh… fate voi. E se l’ha fatto per far intendere “pensate, in Francia già nel 2006 si parlava di software libero” allora che porti a supporto di ciò il risparmio ottenuto dai francesi nel cambio di software, qualora fosse avvenuto ciò. Al momento io non ho dati da esporre.

Non sono un dottore commercialista, non sono un contabile ma a prima vista, oltre che aver scoperto l’ennesima pentola di acqua calda, Spider T ha mentito anche sul contenuto della pentola. Se pensate io abbia scritto delle fregnacce segnalatemelo. Non essendo un esperto come il nostro amico Spider T credo sia ammissibile l’errore.

Buona serata

©IMP

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Agosto. Tempo di vacanze e di mare. E sotto l’ombrellone si consumano penne e matite su fogli di cruciverba e rebus. Visto che il nostro amico Spider Truman per ora sembra a riposo, divertiamoci con una cosa che avevamo tralasciato per seguirne altre più importanti, anche se al momento non c’è di che meravigliarsi seguendo il suo blog.

Il Corriere aveva intervistato Spider T. Aveva preso contatti con lui e per sapere se effettivamente fosse il vero Spider Truman gli ha chiesto di pubblicare in un suo articolo una parola chiave. Hanno scelto “coxuxexixatxra”. Dopo poco tempo ecco la parola pubblicato sul blog “I segreti della casta di Montecitorio”.

Guardando bene la parola sembra quasi che abbia un significato reale ma mascherato dalle X. Che ne pensate? E’ un giochino divertente, molto estivo, vediamo cosa ne esce.

Io partirei con un “Comune di Matera”.  A Voi la parola!

Buon agosto.

© IMP

L. n. 62 del 7.03.2001. Questo non è un blog giornalistico. Non è un periodico. Non è una sala giochi. Non è nulla in realtà. Siete entrati nel mio pensiero.

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Stavo giusto preparando un articolo per salutare e ringraziare i lettori di questo blog che seguono la vicenza Spider T fin dall’inizio. Volevo chiudere il discorso anche perché credo non ci siano più grandi cose da dire. Ma ecco che un’oretta fa il nostro amico Spider ha pubblicato un altro articolo. Continuo a pensare che ci siano almeno 2 teste diverse a scrivere sul suo famoso blog. La prima un po’ più sconclusionata e l’altra (o le altre) che sa usare un blog e anche l’italiano.

Veniamo al dunque: l’articolo nuovo si intitola “Spider Truman sui giornali esteri: la casta italiana è la peggiore d’Europa”.

Questo il contenuto:

Vi giro alcuni articoli che in questi giorni sono apparsi su diversi quotidiani internazionali, perchè ci permettono di cogliere la distanza abissale che intercorre tra i media italiani e il resto del mondo.
Nei giorni scorsi avrete notato l’attenzione spasmodica di gran parte della stampa italiana nel seguire la vicenda di spider truman: gran parte degli articoli e dei servizi televisivi, dal Corriere della Sera al TG1-Trush di Minzolini, hanno per giorni ossessivamente cercato di dare un nome e un volto a Spider Truman.
Al via la patetica telenovela: è un tizio del popolo viola, si chiama Gianfranco Mascia. No, contrordine è un ex-deputato, si chiama Francesco Caruso. No, no, contrordine: è Leonida Tucci.
Noiosi e patetici, cercano di dare un volto per neutralizzare e relativizzare l’indignazione di cui si è reso portavoce.
Sui giornali esteri invece potete notare come gli articoli parlano soprattutto dello scandalo dei privilegi dei deputati italiani: parlano cioè dei contenuti della denuncia, non sudano come i forsennati per individuare (e colpire) il denunciante.

La rigiro con una metafora, per cercare di capirci.
La scena è questa: spider truman esce da una banca e si mette a urlare che lì dentro è in corso una rapina.
A questo punto arriva una volante della polizia e decide:
a) di entrare in azione per sventare la rapina.
b) fermare il tizio che urla e portarlo in questura per identificarlo.

I giornali internazionali corrispondono al caso a), i giornali italiani al caso b).

Oltre alla soddisfazione per lo sputtanamento a livello mondiale, una domanda ai poliziotti-giornalisti o giornalisti-poliziotti  nostrani sorge spontanea: ma non è per caso che siete corrotti e in combutta con i rapinatori?

Caro Spider T, mia nonna diceva: “I panni sporchi si lavano in casa”, ma non ti lodare troppo, non è grazie a te se siamo sputtanati “a livello mondiale”. La stampa estera ci conosce già e molto bene. Prime pagine, copertine, speciali… già sanno che classe politica abbiamo e i nostri problemi economici.
Ma vado per ordine, seguendo quanto hai scritto.

– Tutta l’attenzione che hai avuto è cresciuta sui media quando qualcuno – devo dirti chi? – ha dato modo di scoprire chi c’era dietro Spider T. Hai sbagliato l’ordine: prima Leonida, poi Mascia ed infine Caruso. All’ultimo nome ci si è fermati perché lui stesso ha dichiarato di far parte del progetto Truman (dopo averlo negato fin da subito). Dopo queste dichiarazioni l’interesse nei tuoi confronti è calato, per ovvie ragioni. Sul “noiosi e patetici” avrei da ridire. Sintetizzo con il detto <<il corvo che dice al merlo:”Come sei nero!”>>.

– Io personalmente non sudai poi molto per cercar di capire chi si celasse dietro la maschera. Non so te, ma quando qualcuno che non conosco – e non vedo nemmeno in faccia – cerca di farmi fesso voglio capire chi è perlomeno.

– Spider T che esce da una banca? Sarà mica la banca in P.zza Montecitorio che tanto hai elogiato? Ancora lì hai il conto? Comunque questa metafora mi ricorda qualcosa, vediamo… ah, ecco! Lessi in uno dei commenti sul tuo blog la stessa metafora. Eccola:

Ora, i casi sono due: o Gabriele è uno dei tuoi profili o come al solito, oltre a riciclare i famosi segreti, rubi addirittura dai commenti che vengono lasciati nel tuo blog. Scegli tu. In ogni caso ti rispondo:se da una banca esce urlando un tizio con una maschera in faccia non credo che si preoccupino della rapina in corso, se non fino a quando non hanno accertato chi è il tizio mascherato. Tu daresti retta a qualcuno con la faccia coperta che ti dice qualcosa di importante?

– Per quanto riguarda la tua ultima domanda, non posso rispondere: non sono né un giornalista né un poliziotto, ma mi sembra una domanda banale e retorica.

Ultimo: ora che sei famoso anche all’estero caro Spider T credo sia il caso di iniziare a postare gli articoli in varie lingue, non credi? Almeno eviti che la stampa estera prenda fischi per fiaschi.

Cordialmente, tuo IMP (sempre ©opyrighttato)

L. n. 62 del 7.03.2001. Questo non è un blog giornalistico. Non è un periodico. Non è una sala giochi. Non è nulla in realtà. Siete entrati nel mio pensiero.

Le anomalie e i difetti sono sintomo di genuinità del prodotto… e della stanchezza dell’autore. 

Tra un articolo e l’altro di Spider T ci vuole un attimo di riposo. Ci vuole un po’ di pubblicità. Quella che in TV malediciamo ma che ci permette di andare al bagno, di svaligiare il frigo, di fare una mini-telefonata o mandare un SMS. Ma vi ricordate i famosi film su MammaRAI che avevano solo una pausa tra il 1° e il 2° tempo? Vi ricordate che c’era gente al limite dello scoppio della vescica per non perdersi parte del film? Ci vogliono almeno una manciata di minuti per consentire alla gente di andare al bagno, che diamine! Anche in questo caso, per l’effetto GRANDI RIVELAZIONI di Spider T o per normale bisogno fisiologico, al bagno il popolo ci deve andare. E diciamocelo pure, è uno dei momenti sacri della giornata. E’ un momento solo nostro. C’è qualcuno che lascia la porta aperta e mette in condivisione il proprio momento, ma la maggior parte degli italiani si barrica in bagno. Qualcuno con parole crociate, altri con Il sole 24 ore, chi invece con Topolino nonostante i suoi 56 anni, chi con ricette di cucina. E’ un momento ed un luogo sacro. E’ l’unico momento in cui nessuno ci può dire cosa fare e come farlo soprattutto. I pensieri rimangono fuori dalla porta. Pare che nei bagni siano nate le idee più illuminanti ed utili della storia: la carta igienica e il sifone.
Non ho ben capito se la politica abbia rubato al popolo il termine “gabinetto” (e gabinetto) o sia successo il contrario, ma sono profondamente offeso nel dover condividere il nome di un luogo sacro con uno profano. In teoria se dico “Vai a ca**re” ad un ministro non capisco perché la ritenga un’offesa: lo sto invitando ad andare a lavoro e non dovrebbe manco fare molta strada.
Ok, pubblicità finita.  Vediamo il 2° tempo come sarà. Per ora il 1° è stato di una noia mortale: sembrava quasi un déjà-vu infinito.

Buona visione.

©IMP

P.S.
Segnalo la nascita su Facebook di una pagina goliardica: Il meglio di Spider Truman (clicca per accedere). Complimenti all’ideatore e redattore!

L. n. 62 del 7.03.2001. Questo non è un blog giornalistico. Non è un periodico. Non è una sala giochi. Non è nulla in realtà. Siete entrati nel mio pensiero.